Ieri ho voluto perlustrare un percorso che pur vicinissimo a casa mia non avevo mai preso troppo in considerazione.
La curiosità ha avuto la meglio e alle 9,30 sono uscita in compagnia dei miei bastoncini da camminata e mi sono diretta a passo veloce verso la strada statale 451 che da Buonconvento arriva oltre l’Abbazia di Monte Oliveto.
Superato di poco il Km 2, c’è sulla destra una piazzola con una catena che vieta alle persone di proseguire. Ovviamente l’ho saltata iniziando l’avventura lungo una stradina di campagna.
Immersa nel silenzio della natura appena percepivo i miei passi, solo il canto degli uccelli e una fila infinita di cipressi mi hanno accompagnato. Il panorama delle crete era davanti a miei occhi e il mio obbiettivo sempre più vicino: la Villa di CHIATINA.
Il sentiero alla sua fine si interseca nella strada sterrata principale e svoltando a destra inizia una salita che porta pian piano fino alla villa.
Cinque minuti di relax seduta sul prato sono bastati per ricordarmi un po’ la storia della Villa:
la parte più antica risale addirittura al IX secolo, forse costruita sulle rovine di una chiesa. Oggi è divenuta una location utilizzata per eventi ma In questa località nacque nell’anno 1135 il beato Alberto da Chiatina e la nobile famiglia Piccolomini di Siena ne è stata proprietaria.
Mi sono rimessa in cammino sulla strada del ritorno affrontando l’ultima salita, fino a sbucare nuovamente sulla strada statale e da qui tutta discesa fino all’arrivo a Buonconvento.
Ho percorso quasi 11 KM, nulla di impegnativo ma tanta, tanta pace….
Questo bellissimo itinerario per le terre di Siena mi ha ricordato di quando ero ragazzo e andavo per una passeggiata in campagna risalendo siepi d’erba e di ortiche. Avanti a me si levavano gli uccelli, soprattutto passeri e fringuelli, da un roveto sbucava rapidissimo qualche merlo. Camminavo tra noci che avevano messo i frutti pronti per la raccolta di settembre, tra peschi e ciliegi che sembravano rallegrarsi alla mia vista.
Venuti su da indesiderati, facevano capolino , qui’ e la’, i rossi papaveri.
In gola mi saliva una canzone di gioia e di ringraziamento per tanta bellezza.
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